28 Gennaio 2016
PHI (Indice di Salute Prostatica): un importante esame per la diagnosi del tumore prostatico.
L’esame di laboratorio di riferimento per valutare il rischio della presenza di un tumore della prostata è ormai da molti anni il PSA (“Antigene Prostatico Specifico”). Sebbene il PSA sia un parametro importante ed abbia consentito in moltissimi pazienti una diagnosi precoce del tumore prostatico, ogni sono ben noti anche i limiti di questo esame.
Il PSA è una proteina che circola nel sangue prodotta esclusivamente dalle cellule prostatiche; tuttavia un aumento della produzione di PSA non si verifica solamente in presenza di tumore prostatico ma anche in corso di altre patologie che riguardano la prostata, come le infiammazioni (prostatiti) e l’iperplasia prostatica benigna (IPB). Il PSA risulta pertanto un perfetto “marcatore d’organo” ma un “marcatore tumorale” con alcune limitazioni.
Inoltre esistono casi non rarissimi di tumori prostatici associati a normali livelli di PSA: dalla letteratura scientifica emerge che circa il 20% delle persone con PSA “normale” (inferiore a 4 ng/ml) e il 30-40% di quelli con PSA compreso tra 4 e 10 hanno in realtà un tumore prostatico.
Per tutte queste ragioni – ormai da tempo – si è cercato di elaborare nuovi test di laboratorio dotati di maggiore affidabilità, ovvero gravati da una minore incidenza di risultati falsamente negativi e falsamente positivi.
I derivati del PSA:
Una prima tappa volta a migliorare l’accuratezza del PSA è stata quella di distinguere la forma di PSA che circola libera nel siero (“PSA libero”) da quello che circola legato ad altre proteine (“PSA complessato”). In questo modo si riesce ad ottenere quello che viene chiamato “rapporto tra PSA libero e PSA totale” (o “PSA L/T “), dove il PSA totale rappresenta la somma di quello libero e di quello complessato. Si è osservato in particolare che in presenza di tumore prostatico si ha una maggiore concentrazione di PSA legato alle proteine: in presenza di basso rapporto tra PSA libero / totale risulta pertanto aumentato il rischio di tumore.
Un ulteriore derivato del PSA è costituito dalla “densità del PSA” (o "PSA density") e consiste nel dividere il PSA totale per il volume della prostata. In questo modo si ottiene la quantità di PSA prodotto da ogni centimetro cubico di tessuto prostatico (che risulta ovviamente più alta in una prostata tumorale rispetto ad una prostata ingrandita per IPB).
Altri derivati del PSA sono rappresentati dalla “Velocità del PSA” o “PSA velocity” (che valuta l’andamento nel tempo del PSA totale), dal “PSA doubling time” (che considera il tempo necessario perché si verifichi il raddoppiamento del PSA totale) e dall’ ”Age-PSA” (che “pondera” il valore del PSA totale in base all’età del paziente).
Tutti questi test di derivazione del PSA hanno contribuito a migliorare in certi casi l’affidabilità diagnostica ma hanno lo stesso dimostrato limiti nel riuscire a distinguere con precisione i pazienti affetti da tumore prostatico da quelli con altre problematiche della prostata.
L’indice di salute prostatica (PHI): l’ultima evoluzione del PSA:
Nel recente passato sono stati individuati diversi sottotipi (o “isoforme”) del PSA libero. Una di queste isoforme prende il nome di [-2] pro PSA e la sua produzione risulta sensibilmente aumentata in presenza di tumore della prostata.L’indice di salute prostatica (o "PHI", acronimo di "prostate health index") deriva da un complesso calcolo che prende in considerazione i valori del [-2] pro PSA, del PSA libero e del PSA totale secondo la seguente formula:
Utilità del PHI nella diagnosi di adenocarcinoma prostatico:
Il valore del -2 pro-PSA e quello dell’indice di salute prostatica hanno dimostrato una sensibilità diagnostica superiore al PSA totale e ai suoi derivati nell’individuazione dei pazienti con tumore prostatico.
L’uso di questo nuovo test di laboratorio risulterebbe particolarmente indicato per quella popolazione di pazienti con PSA dubbio (compreso tra 2 e 10 ng/ml) in cui si deve decidere se eseguire o meno la biopsia prostatica. La percentuale di biopsie prostatiche negative (ovvero in cui non risulta un tumore) in questo gruppo di pazienti si aggira sul 60%: questo significa che 6 pazienti su 10 con valori dubbi del PSA vengono sottoposti inutilmente a biopsia prostatica, un esame che viene sì eseguito ambulatorialmente e sotto anestesia locale ma che comporta comunque una certa invasività e un certo rischio di effetti collaterali.
L’indicazione alla biopsia prostatica potrebbe essere riservata solo a quei pazienti che presentano valori del PHI superiori al limite di riferimento (ovvero superiore a 24, valore normalmente indicato come cut-off).
Utilità del PHI nella valutazione dell’aggressività del tumore prostatico:
I dati della letteratura scientifica riportano una buona sensibilità dell’indice di salute prostatica soprattutto nell’individuazione dei tumori prostatici più pericolosi e aggressivi. Al contrario in alcuni casi di tumori a bassa aggressività il PHI può risultare non alterato. Per questi motivi il PHI risulterebbe ben correlato con la pericolosità del tumore e potrebbe rivelarsi uno strumento utile anche nella scelta del trattamento. I tumori più aggressivi devono essere infatti sottoposti in tempi brevi alle cure appropriate (come ad esempio l’intervento chirurgico di prostatectomia radicale o la radioterapia), mentre le forme meno pericolose possono in alcune circostanze essere solamente monitorate nel tempo (si parla in questi casi di “sorveglianza attiva”).
Dove eseguire l’esame del PHI ? Quanto costa ?
Il principale ostacolo alla diffusione di questo esame di laboratorio è dato dal fatto che non viene rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. I laboratori privati in grado di eseguire il dosaggio del [-2] pro PSA nel sangue sono in alcune regioni italiane ancora poco diffusi. I costi si aggirano su alcune centinaia di euro.
Conclusioni:
L’indice di salute prostatica rappresenta un’evoluzione del PSA e risulta dotato di una maggiore attendibilità nella diagnosi del tumore prostatico. Rappresenta uno strumento utile nel decidere se eseguire o meno una biopsia della prostata soprattutto in quei pazienti con valori dubbi del PSA. Il PHI sembra inoltre essere correlato con l’aggressività e la pericolosità del tumore, informazioni estremamente utili quando si deve decidere il tipo di trattamento da intraprendere. Rimane tuttavia un esame a carico del paziente eseguibile in alcuni laboratori di analisi privati a costi non proprio contenuti.
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